Dialettismi, le parole dialettali che usiamo in italiano

Alcuni sono davvero insospettabili e nessuno di noi istintivamente li ricondurrebbe a un dialetto

In passato abbiamo cercato di disegnare il quadro dei diversi tipi di italiano che parliamo. In particolare, abbiamo messo a fuoco la differenza fra italiano standard e regionale.

Benché esistano molti italiani regionali, una lingua standard – alcuni parlano di neostandard -, cioè che accomuna tutti, sta comunque prendendo forma. Questo processo si è concluso prima per lo scritto, mentre è tuttora in corsa a livello del parlato. Ma l’italiano standard parlato non è stato creato in laboratorio, eliminando per esempio tutto ciò che arriva dai dialetti.

Succede così che termini o espressioni che usiamo quotidianamente arrivino proprio da alcuni dialetti. Vi facciamo ricorso spesso senza neanche renderci conto della loro origine. Già, perché queste parole si sono sistemate talmente bene nella casa della lingua nazionale, che non siamo più in grado di scorgere la loro provenienza dialettale.

Aprendo un vocabolario – sì, esistono ancora – si può scorgere una sigla che indica alcuni di questi termini che tecnicamente si chiamano dialettismi. Occorre tuttavia distinguere fra regionalismi e dialettismi. Entrambi provengono dalla base dialettale, ma mentre i primi sono usati in modo sporadico, i secondi si sono radicati nel sistema linguistico.

Che pizza appartenga al dialetto napoletano e risotto a quello milanese, bene o male molti lo intuiscono. Ma rubinetto? Eh, qui vi voglio. Rubinetto non è sempre stato “italiano”. O meglio: oggi è il termine standard per indicare quell’aggeggio da cui esce l’acqua in casa. Ma è un termine piemontese che ha avuto la meglio sul corrispondente toscano cannella che oggi sopravvive solo nella regione di Dante. Eppure Edmondo De Amicis a cavallo del Novecento inorridiva se in casa sentiva rubinetto. Proprio come oggi molti inorridiscono alla frase «siedi il bambino».

Analogamente, formaggio non è sempre stata la parola standard per indicare il prodotto caseario. Questo termine proviene dal nord Italia e si è imposto per motivi economici sul toscano cacio.

Tutti possiamo immaginare poi che mafia arriva dal siciliano. Ma se vi dicessimo che anche il verbo abbuffarsi proviene da questo dialetto? Letteralmente questo verbo significa mangiare come un rospo, che in siciliano, guarda un po’, è chiamato proprio buffa.

(Foto: unsplash.com).