Spotify: ma quindi sto sterotto esiste o no?

Una pubblicità del servizio che offre musica in streaming menziona misteriosa parola; abbiamo cercato di capirci qualcosa in più

Lo ammetto: inizialmente avevo pensato di scrivere il titolo di questo articolo e concluderlo con una sola frase: «no, non esiste». Questo quando ero convinto che l’ossessiva pubblicità che Spotify propina agli utenti senza un abbonamento premium dicesse sferotto (e da una piccola indagine che abbiamo condotto su Instagram, il 40% di noi ha la stessa convinzione).

Avere presente, no? Quella in cui ringrazia tutti noi ed elenca delle possibili fonti alternative di approvvigionamento musicale. Ne elenca tre o quattro arcinote e poi piazza una parola che per me era sferotto, aggiungendo «a sapere cosa fosse» (che lì per lì non suona neanche benissimo, grammaticalmente parlando).

L’idea dello sferotto mi era parsa subito una genialata assoluta in termini pubblicitari. Bombardi gli ascoltatori con un messaggio che include una parola inesistente in un contesto comunicativo in cui tutti gli altri elementi hanno perfettamente senso. Bum, tutti a cercare sferotto su Google; ovviamente il passo successivo sarebbe stato quello di creare una pagina web ad hoc che reindirizzasse proprio a Spotify, meglio ancora se alla pagina per sottoscrivere un abbonamento.

Ma così – forse purtroppo – non è. No, in realtà secondo la maggior parte degli utenti del web la ronzante pubblicità dice sterotto. Ci siamo presi la briga di fare un piccola indagine e a onor del vero anche questa parola, pronunciata così, non esiste.

La tesi più sensata che abbiamo trovato è quella di Pillole di Felicità. Sembra, infatti, che l’annuncio pubblicitario travisi il suono di Stereo-8, una forma di registrazione che negli anni ’60 veniva realizzata su un nastro magnetico. Il dettaglio curioso è che le cassette ottenute con questa tecnica, utilizzate anche nelle autoradio, potevano essere riprodotte in loop, un po’ come accade con le tracce di Spotify alla fine della fiera.

Ora, che l’errore di pronuncia sia stato voluto o meno, poco importa (anche se la prima opzione sarebbe per lo meno intrigante). A noi di Linguinsta premeva che voi tutti sapeste che uno sterotto di fatto non esiste e tanto meno uno sferotto, anche se il suono di questa parola è piuttosto divertente ed evoca nella mia mente una sfera un po’ paffuta.

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