I dialetti sopravvivono anche grazie a social e influencer

Alcuni li considerano sulla via dell’estinzione, ma la tecnologia digitale sembra offrire un’ulteriore ancora di salvezza

Per qualcuno è naturale pensare che i dialetti siano “roba da vecchi”, qualcosa da consegnare al passato. Ma in realtà questi, che per gli esperti sono lingue a tutti gli effetti e che hanno preceduto l’italiano standard, sopravvivono e trovano alleati insospettabili.

Come la tecnologia digitale, ad esempio; in particolare sono i tanto criticati – a volte a ragione – social media e perfino gli influencer a dare una mano ai dialetti. Sì, avete letto bene: sui social i dialetti continuano a essere parlati secondo un sondaggio che il brand franco-cinese di smartphone Wiko ha condotto fra i suoi follower di Instagram.

Ovvio, non si scrive molto per ragioni legate alla difficoltà della grafia di molte parole dialettali. Per fare un esempio, nel piemontese sono necessari molti accenti, anche particolari, per scrivere correttamente. Però oggi esistono le note vocali – sì, quelle che riascoltate spesso – e questa forma di comunicazione è terreno fertile per i dialetti nella loro forma parlata.

Pensate, nel 64% dei casi, nelle note vocali vi facciamo ricorso perché più colorito e spontaneo. E anche negli hashtag inseriamo alcuni termini dialettali, fra cui alcuni, come #daje e #scialla, decisamente nazional-popolari.

Fra i dialetti più “digitalizzati” secondo l’indagine di Wiko ci sono il romano, il napoletano e il siciliano. Che i più utilizzati siano centromeridionali ci stupisce poco se si considera che proprio in queste regioni il dialetto si conserva con maggior forza, anche fra le generazioni più giovani.

Il dialetto è considerato un’arma vincente anche da alcuni influencer. Perfino per quelli più impensabili come Luca Macellari Palmieri, che dedica la sua attività di digital creator al mondo del lifestyle ricercato. Purtroppo, come ci racconta, «in famiglia non abbiamo mai parlato in dialetto. Ma se lo sapessi meglio, lo troverei un modo inclusivo di portare gli spettatori nel mio mondo».

Foto: Luca Macellari Palmieri (Screenshot Instagram)

E lo ha intuito da tempo Nicola Canal, influencer spassosissimo e pungente dall’inconfondibile accento (e dialetto) veneto. «Ho studiato recitazione e ovviamente ho fatto anche dizione ma il dialetto per la maggior parte dei veneti rappresenta ancora la “lingua madre”» ci spiega.

Ma il motivo per cui vi fa ricorso è anche affettivo, come spesso accade con la lingua. «Il veneto è la lingua con cui sono cresciuto, che uso quando parlo con le persone più importanti della mia vita: la famiglia e gli amici con cui sono cresciuto, quindi è la lingua che più tocca la mia anima».

I suoi video, seguiti su YouTube da decine di migliaia di follower, perderebbero probabilmente un po’ di fascino e mordente senza il ricorso ai vari giochi linguistici costruiti in modo arguto proprio sul veneto. «Quando parlo l’italiano con accento perfetto sono più “confezionato” e “artefatto”. Credo che usando il dialetto sia riuscito ad arrivare al cuore di molte persone che hanno sentito nella mia parlata la mia autenticità».

(Foto: screenshot Instagram @canalilcanal).

Michele Razzetti