Ecco chi decide cos’è corretto nel linguaggio

Chi decide quando qualcosa che diciamo o scriviamo diventa corretto? La risposta potrebbe sorprendervi

Tuttora come si scrive? E il congiuntivo sta morendo? Oddio, tragedia: prepariamo l’abito nero. Scherzo, ovviamente. Però, ecco, bisognerebbe un attimo chiarire questa questione del come dovremmo usare correttamente la nostra lingua sia quando scriviamo sia quando parliamo.

Insomma, la domanda a cui vogliamo fornire una risposta è: «chi stabilisce le regole?». Siamo portati a pensare che ci sia una “stanza dei bottoni della lingua” in cui si muovono professoroni e grammatici disegnando i confini di ciò che è corretto e ciò che non lo è. Ma – sorpresona – questa stanza non esiste. Esistono delle associazioni e delle accademie che rilevano quanto la lingua stia cambiando, questo sì. E i giornali fanno spesso riferimento a loro per sancire la scorrettezza di qualche scelta linguistica.

Ma la vera risposta a questa domanda pruriginosa è in realtà «tutti noi». In che senso? Nel senso che è l’uso che noi facciamo della lingua a definirne norme e confini. Non c’è un signor presidente megagrammatico che decide se il congiuntivo sia da utilizzare e quando. Ci sono piuttosto milioni di persone che nel tempo “decidono” se il congiuntivo abbia ancora qualche utilità nel sistema linguistico a cui fanno ricorso. Con il passare degli anni può succedere così che tutti usino (!) il congiuntivo e che questo modo verbale in determinati contesti diventi la norma.

Facciamo un esempio esagerato. Se da oggi tutti invece di dirsi ciao quando si incontrano, si dicessero carote, con il passare degli anni questo ortaggio diventerebbe la parola “corretta” per salutarsi. E allora guai a chi dice lattuga, radicchio o cipollotto. No, carote è la parola per salutarsi e chi sceglie un altro ortaggio, sarebbe bollato come eretico del linguaggio.

Vi sembrerà un po’ assurdo tutto ciò, ma se date un’occhiata qui, capirete che in realtà la stessa parola ciao deriva molto probabilmente da un sostantivo, come di fatto è carote.

Quindi, riassumendo, siamo noi parlanti e scriventi, cioè l’insieme delle persone che usano una stessa lingua, a stabilire le norme. Poi grammatici, professori e precisini possono lamentarsi quanto vogliono, ma se sessanta milioni di persone reputano poco utile (e poco economico come si dice tecnicamente) il congiuntivo – soprattutto quando parlano – questo lentamente non potrà fare altro che sparire ed essere forse bollato in futuro come obsoleto.

(Foto: una scena del film L’attimo fuggente).