Uno sport popolare come il calcio non poteva che far filtrare diverse espressioni nella lingua di tutti i giorni: ecco le principali
Non sorprende che il calcio, grazie anche alla sua eccezionale popolarità in Italia, abbia portato alcune delle sue espressioni tipiche, alcuni dei suoi tecnicismi, nella lingua che usiamo tutti i giorni.
È un processo previsto dalle dinamiche linguistiche: ciò che fa parlare molto di sé estende parte del suo lessico specifico a settori che prima non gli appartenevano.
Pensate all’uso massiccio, al successo di diversi tecnicismi del mondo medico negli ultimi due anni: quarantena, variante, tampone, pandemia sono tutte parole che prima – fortunatamente – utilizzavamo molto di rado (e di alcune di queste non conoscevamo il significato, come vi abbiamo raccontato qui); un discorso analogo vale per termini finanziari come spread, entrato con prepotenza nelle nostre case negli anni dell’ultima crisi economica.
Per quanto riguarda il calcio, il discorso è poi ancora più radicale: il successo di questa disciplina sportiva continua con forza da decenni. Non stupisce quindi che le sue parole ed espressioni si siano ritagliate un “posto fisso” nella nostra lingua; Babbel, app leader nell’apprendimento delle lingue, ha individuato alcuni esempi di questo fenomeno, che trovate che trovate qui di seguito.
Prendere in contropiede
Nel linguaggio comune significa prendere qualcuno alla sprovvista. Nel calcio, infatti, il contropiede è un contrattacco rapido e improvviso che avviene quando la squadra avversaria è eccessivamente sbilanciata in attacco.
Zona Cesarini
Questa locuzione è usata nel gergo calcistico per indicare gli ultimi minuti della partita. Prende il nome da Renato Cesarini, attaccante degli anni 30 che segnava spesso nei minuti finali. L’espressione viene usata nel linguaggio comune con il significato di sul filo di lana, cioè un avvenimento accaduto vicino alla scadenza del tempo massimo.
Salvarsi in corner
L’espressione calcistica in questione è utilizzata per indicare la soluzione all’ultimo momento di una situazione difficile; un significato che abbiamo esteso anche alle situazioni critiche della vita di tutti i giorni.
Fare un autogol
Questa espressione indica un danno che ci si procura da soli involontariamente; un po’ come l’autogol di Kjaer che ha contribuito alla sconfitta della Danimarca nella semifinale degli Europei 2020.