Una stima piuttosto triste sostiene che ogni due settimane una lingua si estingua: ecco uno strumento per salvaguardarne alcune
Nasce Woolaroo, piattaforma di foto-traduzione open-source di Google Arts&Culture. Che cosa si propone di fare? In parole povere permette a tutti noi di scoprire dieci lingue che rischiano di scomparire, tra cui il greco-calabro e il siciliano (su cui in questo articolo trovate qualche curiosità).
E lo fa grazie a una tecnologia piuttosto coinvolgente (sebbene l’interfaccia non sia disponibile in italiano per ora): è sufficiente, infatti, scattare una fotografia di un oggetto per scoprire la parola nella lingua selezionata e la relativa pronuncia. Un metodo che senza dubbio ha effetti curiosi sulla memorizzazione di quel vocabolo, permettendo di accedere sia alla grafia sia – cosa più complessa per alcune lingue meno note – alla dimensione fonetica. Già, perché l’interesse nasce dalla quotidianità in questo caso, creando un metodo di apprendimento vivo e calato nel contesto della vita reale.
Il processo tecnico che sta dietro al funzionamento di Woolaroo prevede che Google Cloud Vision API ottenga informazioni utili direttamente dalle immagini utilizzando AutoML, e classifichi rapidamente le immagini in milioni di categorie predefinite. Una volta scattata la foto riceviamo così informazioni su grafia e pronuncia nelle dieci lingue in pericolo; oltre a quelle citate e che vengono parlate nel nostro Paese, troviamo il creolo della Louisiana, il maori e l’yiddish.
Ian Pattison, uno dei professionisti coinvolti nel progetto, ha osservato che «uno degli elementi più vibranti della cultura è l’utilizzo della madrelingua e le antiche tradizioni narrative. Antropologi e linguisti si sono espressi sul ruolo che la lingua gioca nella preservazione della cultura e nel riconoscimento del patrimonio culturale. Purtroppo, delle oltre 7.000 lingue parlate nel mondo, quasi 3.000 sono a rischio di estinzione. In media si stima che, ogni quattordici giorni, una lingua si estingua. Google Arts & Culture, attraverso soluzioni tecnologiche creative e il supporto delle organizzazioni linguistiche, contribuisce alla creazione di uno strumento interattivo ed educativo per promuovere le lingue».
Le lingue con cui è iniziato il progetto sono state individuate grazie a un appello lanciato ai dipendenti di per scoprire quali erano le lingue meno conosciute parlate da loro. I vocabolari sono stati poi compilati grazie al supporto di persone madrelingua e poi rivisti dalle istituzioni partner per garantire che le traduzioni fossero corrette e coerenti.
«Il nostro team di Google Arts and Culture crea esperienze coinvolgenti per far conoscere l’arte, la storia, la cultura e molto altro ancora. L’obiettivo è quello di sostenere la conservazione del patrimonio e dei punti di riferimento culturali – compresa la lingua parlata – attraverso l’uso della tecnologia moderna. Woolaroo è open source, quindi qualsiasi persona e organizzazione può utilizzarlo per supportare una lingua in via di estinzione» conclude Pattinson.
(Foto: unsplash.com).