Uno studio ha individuato quale tipo di mascherina provoca più problemi di comprensione, soprattutto in ambito scolastico
«Scusi può ripetere? Abbia pazienza, con la mascherina non ho capito». Quante volte in questi mesi ci è capitato di non capirci? O meglio, di non sentirci? È una delle conseguenze della mascherina che oltre a nascondere alcuni segnali paraverbali come parte dell’espressione facciale e celare il labiale, modificano le onde sonore che produciamo quando parliamo.
Sì, perché nelle interazioni orali, è principalmente il suono che ci permette di comunicare. E tutti i tessuti sono in grado di assorbire le onde sonore. Un problema che si amplifica in contesti in cui ci sono molte sorgenti sonore e in quelli dove c’è rumore di fondo. Praticamente tutti i luoghi pubblici.
A scuola la faccenda si complica ulteriormente e in quel contesto comunicativo è fondamentale la comprensione di ciò che dice l’insegnante. Quale mascherina scegliere dunque per diminuire il rischio di incomprensione?
A questo quesito ha fornito una risposta uno studio coordinato da Pasquale Bottalico, ingegnere acustico italiano e docente presso l’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign. L’indagine è stata svolta in un ambiente che simula quello scolastico-universitario.
Analizzando le onde sonore e la comprensione di alcune parole, è emerso che sono le mascherine chirurgiche e quelle FFP2 ed FFP3 che, oltre a garantire una protezione più efficace nei confronti del virus, permettono di capirsi maggiormente.
Lo studio ha accertato che con le mascherine in tessuto la probabilità di capire correttamente una parola cala del 57% rispetto a quando non le indossiamo. Mentre con quelle chirurgiche e quelle FFP2 ed FFP3 questa percentuale scende al 46/47% (le due tipologie hanno quindi differenze trascurabili).
«Con un’attenuazione generale di 4,2 decibel, la mascherina in tessuto è quella che attenua di più (il segnale acustico, ndr). Le mascherine N95 e quelle chirurgiche hanno prodotto livelli analoghi di attenuazione, rispettivamente di 2,9 e 2,3 decibel» si legge nello studio.
Quando indossiamo una mascherina in tessuto il nostro parlato è meno intellegibile del 16% rispetto a quando non la portiamo. Con le altre due tipologie, del 12% e del 13%.
Quindi in conclusione lo studio ha appurato che sono proprio le mascherine chirurgiche e quelle FFP2 ed FFP3 le più indicate in termini acustici e quindi le più raccomandate anche per gli insegnanti.
Michele Razzetti