È l’iniziativa voluta dall’Arcivescovo Delpini che inaugura un modello linguisticamente più inclusivo di celebrare la messa
Una lingua che si rispetti è una lingua che non esclude nessuno, che mette in comunicazioni tutti. Non si può quindi che vedere positivamente iniziative come quella del Duomo di Milano dove, a partire da domani, 8 dicembre 2020, le funzioni più significative saranno tradotte anche nella lingua dei segni.
Un progetto nato per volontà dello stesso Arcivescovo di Milano e realizzato in collaborazione con la Fabbrica del Duomo. Proprio Delpini già in passato si era espresso a favore di celebrazioni liturgiche che non precludessero la comprensione a nessuno.
Come funziona in pratica? Ci sarà uno spazio dedicato agli interpreti sui quattro maxischermi posti nelle navate centrali del Duomo; e la trasmissione della traduzione riguarderà anche dieci altri schermi sparsi per la struttura.
Un’attenzione ulteriore è stata prestata per coloro che, seppure ipoudenti, non conoscono il linguaggio dei segni: sugli schermi sarà trasmessa così anche la sottotitolazione della messa.