Quando si diventa davvero bilingue?

Per poter dire di avere più di una lingua madre occorrono tre fattori fondamentali: ecco quali sono 

Il concetto di bilinguismo è importante per diverse persone. In primis per coloro che hanno genitori che parlano lingue diverse, ma anche per chi per motivi personali si è trasferito fin da bambino in un paese straniero.

Conquistare una padronanza, o meglio una competenza, linguistica perfetta di due lingue diverse non è cosa affatto semplice. Per certi aspetti, fra cui quello fonetico e quello testuale, diventa quasi impossibile dopo una certa età. 

Come capire chi è davvero bilingue quindi? Ci sono tre fattori che fanno la differenza e che trovate qui di seguito con una breve spiegazione. Naturalmente non sono da prendere con rigidità perché si possono combinare in modo piuttosto fluido.

  1. Un’immersione completa

Sì, è quello che ci vuole: un’esposizione totale alle lingue in questione. Vi sarete accorti, infatti, che il nostro livello linguistico in una specifica lingua straniera aumenta se trascorriamo lunghi periodi nel paese in cui è parlata. Questo perché aumentano esponenzialmente gli stimoli che riceviamo: leggiamo etichette e cartelli, ascoltiamo le persone ma anche la radio, la tv e gli annunci della metropolitana. Insomma, il nostro cervello fa una immersione completa.

Ma non basta. No, perché conta anche quando questa immersione avviene. Tecnicamente si parla a questo proposito di un periodo ottimale per imparare una seconda lingua. Sì, perché la nostra capacità di creare suoni particolari si indebolisce dopo un certo periodo; è un po’ come se i muscoli coinvolti nella produzione dei suoni che compongono le parole – qui vi abbiamo spiegato come funziona il fattaccio – perdessero elasticità.

Non solo: la discriminazione fonetica è un’abilità che «si riduce nel corso del primo anno di vita per lasciare spazio a una maggiore sensibilità ai suoni della lingua nativa» come si legge nel recentissimo Il cervello bilingue (Carocci).

  1. L’uso della lingua

Sarebbe bello fermarsi qui, cioè agli stimoli passivi. Purtroppo, così non è: per diventare bilingui occorre anche utilizzare attivamente le due lingue fin da bambini. Parlare e scrivere, quindi, alternando i due sistemi linguistici il più possibile.

  1. Lo sviluppo delle due lingue

Deve essere analogo. Non possiamo dire identico perché di fatto ci saranno contesti comunicativi in cui una delle due lingue sarà più solida dell’altra. I figli di genitori con lingue diverse, ad esempio, possono parlare in casa una lingua e a scuola un’altra. Ecco, quasi certamente il lessico, le parole, che riguardano la casa saranno in qualche modo più forti nella lingua che si usava proprio fra le mura domestiche. 

Letture consigliate su questo tema: Verso una nuova lingua. Capire l’acquisizione di L2; Ada Valentini, Cecilia Andorno e Roberta Grassi (Utet). Il cervello bilingue; Maria Garraffa, Antonella Sorace, Maria Vender (Carocci).

(Foto: unsplash.com).