Che cosa significa la parola Carnevale?

Ecco cosa significa la parola che indica una delle feste più amate dai bambini italiani (e non solo)

Con molta probabilità se vi chiedessero all’improvviso cosa significa la parola Carnevale, rispondereste con un sonoro boooh. E prima di metterci la testa, io stesso avrei fatto lo stesso.

è una parola talmente istituzionalizzata in un certo senso che non pensi possa significare qualcosa. Cioè, diamine, Carnevale è il nome proprio di una festa per bambini, stop. Cos’altro c’è da aggiungere?

Eppure se ora vi dicessi una sola e semplice parola capireste subito che c’è molto di più. Proviamo: cibo. Ancora nulla? Altro indizio: Pasqua.

Se il criceto cerebrale è ancora steso sulla sua ruotina, ci pensiamo noi di Linguinsta. Allora: prima di Pasqua non si mangia carne secondo il cattolicesimo, tutti d’accordo? Ok. La Quaresima inizia proprio dopo il famoso Martedì Grasso. Sono certo che già a questo punto la lampadina si sia accesa.

Carnevale, rullo di tamburi, significa letteralmente levare la carne. Da quel giorno in poi tutti vegetariani, se non addirittura vegani fino a Pasquetta quando via, daje di braciole, costine e salsiccia.

Ora mi direte che qualcosa non torna: questa festa dovrebbe chiamarsi Carneleva secondo questo ragionamento. E invece no, perché nel corso degli anni può succedere che due lettere si invertano di posizione; tecnicamente si parla di metatesi e in questo caso interessa addirittura due sillabe intere.

Riportiamo qui anche una possibile spiegazione più simbolica. Alcuni ritengono che la carne che si leva sia proprio quella del viso. Spieghiamoci meglio: utilizzando una maschera è un po’ come ci si togliesse il proprio viso. Oggi questa usanza è considerata un giochetto da bimbi, ma in passato era molto di più. Sì, perché il giorno in cui tutti indossano una maschera coincide con l’illusione che tutti siano uguali, il giovane e l’anziano, il ricco e lo sfortunato.

Questa festa trova nel nostro paese alcune declinazioni diventate celebri, fra cui quella di Venezia, di Viareggio e di Ivrea, con la consueta – e in un certo senso feroce – battaglia delle arance.

(Foto: unsplash.com).