Oddio, sogno in inglese! Cosa significa?

A molti di noi è successo prima o poi di fare un sogno in inglese o in un’altra lingua straniera: ecco perché può accadere

Un sogno in inglese, o in generale in una lingua straniera, stimola in noi interrogativi linguistici molto curiosi. Già, spesso ci troviamo a riflettere sul modo in cui parliamo, ognuno con un livello differente di consapevolezza. Osserviamo le frasi che produciamo e il più delle volte cerchiamo di capirne l’aderenza agli standard grammaticali, in alcune occasioni il loro significato profondo, raramente l’effetto che possono sortire sulle persone con cui interagiamo. Quasi mai, tuttavia, ci interroghiamo sul “luogo” in cui il linguaggio nasce per davvero.

«Dobbiamo ricordarci che il linguaggio prima di tutto è reso possibile dal nostro cervello e dal modo in cui funziona»; nel corso della seconda edizione di 6per6 lo ha evidenziato Maria Elena Favilla, docente universitaria di neurolinguistica, disciplina che – semplificando  molto – si occupa proprio del linguaggio come un prodotto del nostro cervello, inteso sia come elemento anatomico sia come l’insieme delle abilità cognitive di cui disponiamo.

Un ambito estremamente affascinante questo, che torna utile per avanzare ipotesi – per ora “dentro” al cervello umano non possiamo guardare – su fenomeni che destano molto interesse, fra cui proprio quello dei sogni in lingue diverse da quella che parliamo abitualmente. Proprio a questa eventualità quindi riserviamo la quarta tappa di LinguENsta, la nostra rubrica dedicata al modo in cui usiamo e impariamo la lingua inglese in Italia, sviluppata in collaborazione con il British Council Italia, ente ufficiale britannico di riferimento nel mondo per la formazione linguistica e culturale.

PERCHÉ PUÒ SUCCEDERE DI SOGNARE IN INGLESE O IN ALTRE LINGUE STRANIERE

Il sogno è una delle attività più seducenti delle nostre vite. Non abbiamo certezze scolpite nella pietra sul suo funzionamento ma alcune ipotesi trovano riscontri ampi nella comunità scientifica.

Seconda una di queste, in particolare, quando dormiamo il nostro cervello riorganizza in qualche modo gli stimoli raccolti durante la veglia, cioè quando siamo svegli. Così, quando un’attività è estremamente presente nelle nostre vite quotidiane, può succedere di portarla nella dimensione onirica, nel sogno. Un fatto questo che è «anche prova indiretta di quanto essere esposti a una lingua straniera modifichi il nostro modo di pensare, di vivere, perfino di sognare» commenta Maja Roch, professoressa di Psicologia dello sviluppo presso il Dipartimento di Psicologia dello sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova.

La seconda osservazione utile per comprendere un sogno in una lingua straniera riguarda proprio l’acquisizione linguistica che il più delle volte comporta prima lo sviluppo di quelle che tradizionalmente sono chiamate competenze passive – lettura e ascolto – e in un secondo momento quelle attive: «il linguaggio ricettivo precede sempre quello espressivo» riassume efficacemente Roch. «Nel momento in cui il nostro cervello ha acquisito il linguaggio almeno parzialmente da un punto di vista ricettivo, può succedere che nel sogno ci si senta fluenti nella lingua studiata».

Infine, una considerazione più squisitamente psicologica che potremmo riassumere con un noto modo di dire: i sogni sono desideri. «Mentre sogniamo in qualche modo esprimiamo pulsioni e desideri; l’acquisizione di una lingua nuova è un fatto molto potente sia da un punto di vista mentale sia culturale ed è plausibile che nei nostri sogni prenda forma la volontà di parlare benissimo in quella lingua» conclude Roch.

Concorda anche Ian Frankish, Teaching Centre Manager del British Council Italia, che amplia questa riflessione in merito ai ragazzi: «lo sviluppo cognitivo adolescenziale si accompagna spesso con lo sviluppo della lingua e ciò richiede un grande sforzo al nostro cervello che, rielaborando le informazioni, potrebbe trovarsi a tradurre tale impegno attraverso il sogno, un po’ come se questo rappresentasse la valvola di sfogo naturale che la nostra mente utilizza nei momenti in cui gli richiediamo di impegnarsi particolarmente nel raggiungimento di un obiettivo».

MA QUINDI SE SOGNO IN INGLESE, SIGNIFICA CHE ORMAI LO CONOSCO BENE?

La risposta, sulla base di queste ipotesi, non può che essere sì e no. Senza dubbio un sogno in lingua straniera significa che ci stiamo esponendo a una quantità notevole di materiale linguistico straniero: un ottimo segno, come abbiamo spiegato in questo articolo. Può inoltre significare che la nostra motivazione di conquistare quel sistema linguistico è profonda e che iniziamo a passare da una dimensione passiva a una più attiva, più creativa.

Proprio la motivazione intensa fa sì che siano più spesso gli adulti a sognare inglese (manca tuttavia uno studio sulla lingua in cui sognano, ad esempio, i bambini bilingui): «il livello di concentrazione, di analisi ed esplorazione, unito all’importanza di raggiungere un determinato obiettivo, comportano un forte coinvolgimento del nostro cervello e poiché è dimostrato che durante un sogno la nostra mente attinge al nostro bagaglio di esperienze e ricordi, le rielabora e le ripresenta sotto una forma diversa, il grande sforzo che il nostro cervello compie quando impariamo una lingua da adulti può spiegare il fatto di sognare in una lingua straniera» prosegue Frankish.

QUANDO PUÒ SUCCEDERE CON PIÙ PROBABILITÀ

Un’ultima curiosità riguarda le circostanze che aumentano le probabilità di fare un sogno in una lingua straniera. Ian Frankisk ne cita in particolare una, legata proprio all’apprendimento di una seconda lingua: «i viaggi di studio e le visite all’estero. Nel 1993, il ricercatore David Foulkes ha osservato e studiato i comportamenti onirici di individui con un’ottima padronanza di due lingue differenti. In quel caso oggetto di studio furono l’inglese e il tedesco. I risultati della ricerca non sembra abbiano condotto a grandi scoperte, ma hanno evidenziato una certa corrispondenza tra la lingua del sogno e la lingua parlata nella fase precedente al sonno. È chiaro quindi che quando ci si trova in un paese straniero, circondati da input costanti in una lingua diversa, diventa molto facile e frequente che il sogno venga prodotto con un’altra lingua».

(Foto: unsplash.com).