Siamo cresciuti con un modello didattico incentrato sulla demonizzazione dell’errore, ma per i più piccoli sono altri i fattori fondamentali
Troppo spesso purtroppo apprendere una lingua straniera solo attraverso il tradizionale percorso scolastico è piuttosto difficile. I limiti della didattica delle lingue nella scuola italiana sono noti e risolvibili solo con un piano di medio-lungo termine che preveda investimenti significativi. Non sono pochi quindi i genitori che a un certo punto di interrogano su quali strategie integrative mettere in atto per aiutare i propri figli a sviluppare una competenza linguistica efficace, soprattutto in quella che è la lingua internazionale per eccellenza, l’inglese.
Un compito non semplice e a cui dedichiamo il terzo contenuto di LinguENsta, la nostra rubrica che affronta il modo in cui usiamo e impariamo la lingua inglese in Italia, sviluppata in collaborazione con il British Council Italia, ente ufficiale britannico di riferimento nel mondo per la formazione linguistica e culturale.
Una buona notizia c’è: con corsi, canzoni, cartoni in lingua originale e applicazioni dedicate, oggi più che nel passato le occasioni per mettere in contatto i più piccoli con input linguistici stranieri sono numerose ed eterogenee.
Due elementi sono fondamentali per permettere a un bambino (e non solo) di migliorare il proprio inglese: in primo luogo, la continuità dell’esposizione alla lingua straniera. Insomma, più lingua “si mangia”, più la competenza linguistica cresce insieme ai figli. Ma anche l’eterogeneità degli stimoli è fondamentale: se tutti i giorni fate guardare a vostro figlio Peppa Pig in inglese, è probabile che sviluppi un’impeccabile conoscenza delle parole legate agli animali e alla loro vita, ma forse sarà più scoperto in altri settori della quotidianità. La varietà degli stimoli, oltre alla quantità, è quindi un aspetto a cui prestare grande attenzione.
Un terzo elemento chiude questo trittico: la qualità della lingua a cui esponiamo i più piccini. Attenzione: con qualità non facciamo riferimento ad accenti particolari o slang; questi rientrano assolutamente nel bagaglio linguistico di ognuno di noi e sono arricchenti. Ma occorre selezionare con cura gli strumenti e le realtà che stanno dietro alla produzione delle fonti che selezioniamo.
C’è poi un ulteriore aspetto a cui prestare grande attenzione: con i più piccoli, in particolare, occorre una certa flessibilità nei confronti degli errori, che non sono da condannare. «Tutti noi impariamo dai nostri errori e così facendo ci miglioriamo e cresciamo. L’apprendimento delle lingue non è diverso, poiché gli errori sono una parte importante di questo processo» conferma Julia Jennings, Head of Early Years and Primary del British Council Italia. «Immaginate un bambino che cerca di imparare a gattonare o a camminare senza inciampare o fare un capitombolo di tanto in tanto: impossibile. Eppure, attraverso questi urti e cadute alla fine costruisce il coraggio, la forza e la fiducia per fare quei primi passi, che poi portano a camminare, correre, saltare o ballare».
Una metafora motoria che aiuta a comprendere un concetto cruciale: «gli errori sono una parte fondamentale dell’acquisizione del linguaggio e aiutano a sostenere lo sviluppo e la crescita linguistica: un aspetto che noi osserviamo costantemente in chi prende parte ai nostri corsi, rivolti a bambini a partire dai 4 anni. Gli errori significano che i bambini sono ricettivi agli stimoli e al mondo che li circonda, oltre a dimostrare che si sentono sicuri di sperimentare e giocare con le caratteristiche della nuova lingua».
Ciò che quindi dovrebbero interiorizzare gli insegnanti (e anche voi se avete scelto di insegnare un po’ di inglese ai vostri figli) è proprio un approccio specifico sia verso l’errore, sia verso l’apprendimento linguistico in generale, «creando un ambiente divertente e coinvolgente che stimola la loro naturale curiosità e fa appello al loro senso del divertimento. Guidandoli nel loro apprendimento in questo tipo di contesto, sono in contatto con una lingua reale, significativa, che si presta alla memorizzazione, e che a sua volta permette loro di decifrare e decodificare il significato».
Insomma, con i bambini più piccini, due sono le mosse fondamentali secondo Jennings: «attingere alla loro immaginazione e creare un ambiente favorevole all’apprendimento è la cosa più importante. Quindi, abbracciate gli errori e concentratevi sul divertimento».
Ma in pratica, come si fa?
Al British Council abbiamo chiesto di fornirci un esempio pratico di attività stimolante da mettere in pratica con i vostri figli. Non pensate a chissà cosa, l’importante è trovare strumenti, tradizionali o meno, che siano coinvolgenti. In questo senso, lo abbiamo visto tutti da piccoli, canzoni e filastrocche sono sempre un asso nella manica.
«Le filastrocche esistono nella maggior parte delle culture e fin dalla più tenera età la maggior parte dei bambini sembra essere in grado di raccoglierle e di divertirsi a dirle ad alta voce, specialmente quando sono sostenuti e incoraggiati. Potete divertirvi con canti, rime e canzoni e allo stesso tempo costruire la fiducia del vostro bambino, passo dopo passo. Dite una filastrocca e incoraggiateli ad aggiungere l’ultima parola o frase ad un verso, poi aggiungete un altro verso, facendo gli stupidi quanto volete. Costruite il tutto fino a quando possono dire una semplice cantilena o una rima completa con un piccolo suggerimento da parte vostra. Potreste anche estendere questa attività creando delle carte per la filastrocca, stampandola su un cartoncino e lasciando che il vostro bambino la decori. Create un angolo inglese dove possono conservarli e quando hanno tempo, possono tirarli fuori e guardarli mentre dicono il canto o la rima ad alta voce. Molte canzoni tradizionali possono essere adattate a diverse attività e circostanze. L’adattamento è facile da fare una volta che i bambini conoscono la melodia. Per esempio, se sei felice e lo sai (if you’re happy and you know it) può essere cambiato in se hai fame e tu lo sai, mangia una mela (if you’re hungry and you know it, eat an apple). Adattamenti come questi possono aggiungere divertimento alla routine quotidiana a casa».