È quello proposto da «Perché diciamo così», un libro pieno di curiosità su alcune delle espressioni più radicate nel nostro modo di comunicare
Ah, i modi di dire. Riuscite a immaginare qualcosa di più potente da un punto di vista comunicativo? Sono codici nel codice (linguistico), testimoni di usanze, storie, di tratti culturali. E sono radicati nella società che li ha prodotti incontrando il consenso (e la comprensione) di gran parte dei parlanti.
Certo, come tutti gli elementi della lingua incontrano momenti di fortuna e momenti di declino. Alcuni scoloriscono con il tempo, altri spariscono completamente dall’uso. Ma ciò che è interessante soprattutto è che spesso vi facciamo ricorso pur non conoscendone l’origine. In poche parole, sappiamo cosa significano, ma non intravediamo il motivo di quel significato.
«Molte espressioni proverbiali sono veri fossili, e quindi non stupisce che possano cadere in disuso. Mi pare quasi miracoloso che ancora si usi dire, o almeno alcuni italiani dicano ancora e intendano, “mettere il carro davanti ai buoi” o “cercare l’ago in un pagliaio”, visto che i buoi non si usano più per arare, sostituiti da giganteschi trattori, e i pagliai sono diventati curiosità folcloriche in molte regioni d’Italia, se non in tutte» osserva il Presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini nella prefazione a Perché diciamo così (Newton Compton Editori), un libro prezioso da un punto di vista linguistico e sociale.
Scritto da Saro Trovato, sociologo e fondatore di Libreriamo, è un’iniziativa editoriale significativa che raccoglie e spiega decine di modi di dire per ricordare a tutti il tesoro di storie che custodiscono. Una raccolta di curiosità su alcune delle espressioni che ricorrono con maggior frequenza nei nostri discorsi, scritti e orali.
Come mai, ad esempio, diciamo restare al verde, sudare sette camicie, rompere le scatole? Ecco, nel libro troverete le risposte che spesso coinvolgono tendenze e usanze di un determinato periodo, altre ammiccano a episodi storici, altre ancora evocano costumi popolari. Insomma, un ottimo strumento per aumentare ciò che noi di Linguinsta sottolineiamo spesso, la consapevolezza del modo in cui comunichiamo.
(Foto: un dettaglio della copertina del libro).