Può succedere a causa della sindrome da accento straniero, un fenomeno davvero singolare
Circa tre anni fa un paziente cinquantenne, poi seguito dal Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova, si risvegliato dopo un ictus con un marcato accento slavo. È il tipico sintomo della sindrome da accento straniero, un fenomeno davvero raro: a oggi se ne contano 115 casi dall’Ottocento. Di questi sono 112 quelli derivanti da una lesione all’emisfero cerebrale sinistro, 3 a quello destro, fra cui il caso italiano.
«Il paziente, assolutamente guarito da un punto di vista clinico, ha acquisito al risveglio un accento e cadenza di origine slava sebbene non abbia mai soggiornato in paesi con caratteristiche fonetiche di tale area geografica e non abbia avuto contatti duraturi con persone di quelle regioni. La particolarità del caso è dovuta al fatto che l’area corticale posta nel lobo frontale sinistro sia quella cruciale per la produzione del linguaggio, mentre il paziente è stato colpito da ictus nella parte destra» spiegano Konstantinos Priftis e Lorella Algeri dell’Università di Padova.
Risvegliarsi con un marcato accento straniero rende estranei anche agli stessi familiari; sì, perché il modo in cui parliamo è un tratto fondamentale della nostra identità. La lingua parlata dal cinquantenne continuava a essere l’italiano e tutti i restanti aspetti del linguaggio erano intatti.
L’equipe di ricerca ha quindi sopposto il paziente ad alcune indagini, realizzate grazie alle mappe di ipometabolismo. «La nostra ipotesi – continuano Priftis e Algeri – era verificare se una lesione emisferica destra potesse aver causato un metabolismo ridotto al cervelletto sinistro».
È così emerso che «un netto ipometabolismo presente nel cervelletto. Abbiamo cioè dimostrato per la prima volta – affermano Priftis e Algeri – che una lesione silente al cervelletto genera la sindrome da accento straniero anche in seguito a una lesione emisferica destra».
Il cambio di accento ha effetti non solo sui suoni che produciamo, ma anche sul modo di articolarli: cambiano l’impostazione della lingua, mandibole, labbra, laringe e faringe (come produciamo i suoni ve l’abbiamo spiegato qui).
Al paziente è stato chiesto di leggere un testo di cui si aveva una registrazione pre ictus. Si è così osservata «la sostituzione di suoni di vocali e consonanti della madrelingua con altri non identificabili con la cadenza italiana. La lesione cerebrale ha causato nel paziente una modificazione del luogo e del modo di articolare alcune vocali che ha generato nell’ascoltatore la percezione dell’accento straniero: ipotesi in linea con un ipometabolismo del cervelletto».
(Foto: unsplash.com).