Sanremo 2020: la classifica dei migliori testi

Quali sono le canzoni più potenti da un punto di vista linguistico e quali i passaggi più poetici? Ecco la nostra opinione

Sì, confessiamolo: tendiamo a concentrarci molto sulla musica e (molto) poco sui testi delle canzoni. Però, ecco, a Sanremo – che è sempre Sanremo – dovrebbero arrivare canzoni che anche dal punto di vista testuale spaccano. Attenzione: non si parla di belle o brutte, perché questo è un concetto totalmente relativo. 

Quello a cui facciamo riferimento qui è la forza linguistica del testo. Insomma, parole che sono potenti indipendentemente dal fatto che siano scritte, cantate, disegnate. 

Ecco, abbiamo cercato di rintracciare nei testi delle canzoni dei big in gara a Sanremo 2020, le immagini più potenti, quelle per intenderci che un domani potreste leggere nelle citazioni che facciamo sui social. 

E PER GIOCO abbiamo dato un nostro personalissimo voto ai dieci testi più notevoli di questa edizione, creando così la nostra classifica dei migliori testi delle canzoni in gara.

10. Giordana Angi | Come mia madre

Alcuni passaggi sono un po’ “facili”, però il testo, dedicato alla madre, ha alcune immagini potenti, fra cui questa: Tu che hai trovato sempre un posto / Dove nascondere le mie paure.

Voto: 6.

9. Pinguini Tattici Nucleari | Ringo Starr

Forse non ci sono guizzi memorabili, però il testo fa sorridere e non è cosa da poco.

Voto: 6.

8. Tosca | Ho amato tutto

Immagini che ti stendono non ce ne sono, però il testo lega davvero bene con la base e anche questo è un merito. Fra i passaggi più poetici, soprattutto per chi, come noi di Linguinsta, ha a cuore le parole, c’è questo: Con te ho riscritto l’alfabeto / Di ogni parola stanca il significato.

Voto: 6,5.

7. Marco Masini | Il confronto 

Il carattere probabilmente autobiografico aumenta la forza di alcuni passaggi. Interessante l’immagine del passato che esce dalla testa, come canzoni dalla radio.

Voto: 6,5.

6. Le Vibrazioni | Dov’è

Nel testo sono diverse le immagini affascinanti, fra cui queste due: Cerco dai vicini / La mia dose giornaliera / Di sorrisi ricambiati. […] Ho una clessidra ferma al posto del cuore.

Voto: 7.

5. Levante | Tikibombom

Con Levante si apre la nostra top5. La sua canzone ha un titolo che pare banalotto, ma la sua è una trappola. La profondità di alcune immagini ti sorprende con piacere. Peccato solo che il testo non si leghi alla perfezione alla musica, secondo noi. Fra i passaggi dalla notevole poesia: Conti tutte le volte in cui ti sei arresa / Stesa al filo teso delle altre opinioni.

Voto: 7,5.

4. Bugo e Morgan | Sincero

Medaglia di legno per il duo senza dubbio non convenzionale formato da Bugo e Morgan. Il testo può non piacere ma è linguisticamente interessante in molti passaggi, c’è poco da dire. Un verso che ci ha colpito per il gioco semplice ma efficace è: Chiedi un parere anonimo e alcolista.

Voto: 7,5.

3. Anastasio | Rosso di rabbia

Il giovane cantante con le parole non scherza. Le usa, le plasma, le piega alla sua volontà con una certa destrezza. In occasioni passate, meglio che in Rosso di rabbia, che comunque ha diversi passaggi interessanti linguisticamente e va a nozze con la musica. Un estratto degno di nota è:

Prigioniero tra le fauci delle foto e dei video / Ma ciò che mi rattrista è il terrorista / Esposto al pubblico ludibrio / La sua bomba era una farsa dal principio.

Voto: 7/8.

2. Rancore | Eden 

Ecco qui, al secondo posto un testo senza immagini memorabili, ma con un gioco linguistico continuo e ben articolato. Un intero testo costruito sul concetto, concreto e astratto/simbolico, di mela che spazia da riferimenti culturali alti, come quello a Paride, e concessioni alla cultura pop con la celebre mela morsicata che tutti conosciamo. 

Voto: 8+.

1. Francesco Gabbani | Viceversa 

Partiamo a un dato di fatto: Gabbani sceglie un avverbio come titolo della propria canzone. E già qui, linguisticamente, applausi. Poi quel viceversa non è un vezzo formale, ma riempie di significato il ritornello, che fa leva su due frasi molto usate nel parlato ma che qui si raffinano, legandosi a puntino con la musica: Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa. È semplice, ma potente, cosa chiedere di più a un ritornello?

Meno semplici, ma più raffinati, alcuni passaggi delle strofe giocati invece sull’antitesi, come:

Facili occasioni per difficili concetti / Anime purissime in sporchissimi difetti. 

Sarebbe da citare quasi tutta, ma chiudiamo con questo passaggio:

E detto questo che cosa ci resta / Dopo una vita al centro della festa? / Protagonisti e numero uno / Invidiabili da tutti e indispensabili a nessuno.

Voto: 8,5.

Michele Razzetti