Nasce la Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio che mette a sistema le conoscenze su un tema sempre più urgente
Le parole comunicano, le parole descrivono, le parole incantano. Ma sempre più spesso, purtroppo, le parole fanno male soprattutto, ma non solo, nella comunicazione digitale. Feriscono, insultano, creano mostri. Siamo portati a pensare che servano “solo” a trasmettere informazioni, ma non è così. Con le parole possiamo fare molte cose, muovere la realtà.
Esiste di fatto una teoria, quella cosiddetta degli atti linguistici, che si occupa del modo in cui svolgiamo azioni con le parole. E a questo proposito è interessante la perlocuzione, cioè l’effetto che può avere un enunciato, una frase.
Se questo è nocivo della sensibilità altrui, allora le parole sono utilizzate in modo inappropriato. Succede con una frequenza sempre più alta e quindi è un bene che dal 14 luglio 2020 avremo in Italia una Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio.
Una rete, per l’appunto, che unisce moltissime realtà che da tempo si occupano del tema. Fra queste diverse ONG come Amnesty International Italia, associazioni come Vox- Osservatorio italiano sui Diritti, ricercatori e ricercatrici che lavorano in diversi atenei – da Reading a Bologna, passando per Firenze, Trento e Milano Statale -, il CNR di Palermo, due osservatori (OSCAD- Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, Osservatorio di Pavia), il Consiglio Nazionale Forense e la Commissione diritti fondamentali della Camera penale di Venezia.
Una folta schiera che intende contrastare i discorsi e i fenomeni d’odio, un progetto unico che lavorerà con un approccio multidisciplinare, in grado di coprire tutti i territori che è necessario presidiare, «dalla ricerca alla proposta normativa, fino agli interventi nelle scuole per combattere bullismo, discriminazioni e intolleranze e per favorire la cultura dell’inclusione» si legge in una nota della neonata rete.
L’ampiezza dell’azione della rete arriva a includere l’informazione che, se fatta in modo efficace, può dare origine alla promozione di narrazioni corrette e accurate. Spazio poi alla ricerca: «sono una trentina i progetti in essere che fanno capo alle diverse realtà che hanno dato vita alla Rete e sei sono i report periodici che vengono prodotti dalle diverse organizzazioni: dal Barometro dell’Odio di Amnesty alla Mappa dell’Intolleranza di VoxDiritti, dal Libro bianco sul razzismo di Lunaria, ai rapporti di Carta di Roma, di Oscad e dell’Osservatorio di Pavia».
Grazie alla Rete sarà possibile creare un data base condiviso che permetterà anche alle istituzioni (e a tutti noi) confronti e aggiornamenti costanti.