Lavoro da casa, ecco perché può farci bene

Proviamo a guardare il bicchiere mezzo pieno, almeno una volta ogni tanto

Il coronavirus sta imponendo una routine lavorativa diversa dal solito per la maggior parte di noi. Le imposizioni, si sa, non piacciono mai, ma anche nelle situazioni più svantaggiose è possibile trovare qualche spiraglio di positività. Insomma, l’antica questione del bicchiere mezzo pieno.

Ecco, per quanto riguarda il lavoro da casa (o telelavoro o lavoro da remoto), possiamo provare a sviluppare lo stesso discorso. Non sarà un caso dopotutto se il telelavoro è uno degli elementi – non il solo – del lavoro cosiddetto agile, quello che in inglese chiamiamo smart working?

Molte grandi aziende lo hanno capito e, secondo i dati di una ricerca dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, anche in tempi non complessi come questo, danno nella maggior parte dei casi la possibilità di lavorare da remoto quattro giorni al mese, in un quarto dei casi otto, nel 10%, infine, senza vincoli. 

Ok, a molti di noi stare al pc chiusi fra le stesse quattro mura in cui viviamo non piace per nulla, però alcuni vantaggi possono saltare fuori. Proviamo insieme a tirarne fuori qualcuno per cui essere grati a questa esperienza determinata da circostanze spiacevoli.

Fortunato chi può

Ok, lagnarci ci piace assai. Però la prima osservazione da tenere ben presente è che siamo fortunati se possiamo svolgere il nostro lavoro anche da casa.

Se ci pensiamo bene, prima di lamentarci, non è una fortuna che capita a tutti. C’è chi, ad esempio, ha dovuto prendere ferie obbligatorie, una misura incoraggiata anche dal decreto del governo. E in questo caso ferie potrebbe non essere sinonimo di vacanze; cioè per alcuni non vuol dire prendere un aereo – quei pochi che possiamo prendere – e partire per un luogo esotico. Quindi di fatto potrebbe essere una scocciatura non da poco.

Tra il dire e il fare

L’esperienza del lavoro da casa può portarci una rinnovata consapevolezza. Sì, perché a volte ce lo scordiamo, però quando siamo in un ufficio tra ciò che effettivamente facciamo e tutto ciò che gli ruota intorno, cioè semplificando tra il dire e il fare, c’è un sacco di tempo.

Riunioni (spesso inutili e inutilmente lunghe), colleghi che passano e ci chiedono informazioni in momenti davvero no, pause caffè e compagnia bella ci portano via un sacco di tempo. Quel tempo non lo dedichiamo a ciò che dovremmo fare e il risultato qual è? Che un pezzo del nostro orario di ufficio non è produttivo.

A questo proposito è illuminante questo intervento ai TED talk di Jason Fried (se l’inglese non è vostro amico, attivate i sottotitoli disponibili anche in italiano).

Quando si lavora da casa, molto di questo tempo diventa fruttuoso. E la conseguenza è che resta più tempo per altro, per la vita extralavorativa. Il vostro lo fate comunque, sì, ma in minor tempo.

La concentrazione

Il lavoro da casa ci porta anche un diverso rapporto con la concentrazione. Gli stimoli esterni diminuiscono, siamo nel nostro habitat (ogni luogo diverso da casa provoca anche solo un minimo shock culturale che ci richiede un po’ di energie) e i livelli di stress sono più bassi. In queste condizioni la mente lavora in modo più focalizzato, rende di più. Poi sì, c’è la tv, la playstation e il gatto; però queste cose non hanno a che vedere con il lavoro e dovreste lasciarle stare. Non possono essere un alibi, perché è come se a lavoro giocassimo sempre a Candy Crush solo per il fatto di averlo lì a disposizione sia sullo smartphone sia sul pc.

La riscoperta del proprio ritmo

Di ritmo si parla in generale per tutto ciò che riguarda il nostro stile di vita. Ma anche nelle attività lavorative abbiamo tempi diversi. E non ci riferiamo solo ai minuti necessari per compilare un rapporto. No, abbiamo anche momenti della giornata in cui siamo più produttivi di altri. C’è chi al mattino è una scheggia iperproduttiva, chi invece vorrebbe solo un paio di occhiali con gli occhi aperti disegnati per dormire fingendo di non farlo. Il lavoro da casa, consegne permettendo, ci permette di rispettare maggiormente il nostro orologio professionale e ottimizzare le energie.

Il risparmio

Sì, mettiamoci anche questo nel mazzo del bicchiere mezzo pieno. Saranno anche piccole spese quelle che facciamo quando andiamo a lavoro, ma di fatto ci sono. Nelle tre voci di spesa più ricorrenti troviamo caffè e associati, biglietti per mezzi pubblici (a questo proposito il risparmio interessa anche il tempo) e il pranzo.  Sommando queste tre voci si arriva a una decina di euro al giorno che moltiplicati per un tot di giorni al mese fanno una bella cifra. Ecco, un esercizio per questi giorni di lavoro da casa potrebbe essere annotarsi i soldi risparmiati ogni giorno e concedersi un bel regalo, uno sfizio o un piccolo viaggio ad esempio; insomma, un’eredità positiva da ricondurre a questi giorni di lavoro da casa imposti dal coronavirus.

(Foto: unsplash.com).