Lobby, il significato di questa parola latina-inglese

Ecco l’origine curiosa di lobby, una parola che sentiamo spesso in relazione alla politica, ma di cui talvolta ignoriamo il significato preciso

Lobby nera: così Fanpage, una delle testate più lette del giornalismo online italiano, ha chiamato un’inchiesta che mette in evidenza alcuni comportamenti disdicevoli di membri di Fratelli di Italia. Non entriamo qui nel merito, perché Linguinsta si occupa di linguaggio e lingue. Ci interessa invece, la parola inglese utilizzata. Cosa significa, insomma, lobby e come è nata?

Sul suo significato i principali dizionari grossomodo concordano. Il GRADIT parla di «gruppo di persone che, mediante pressioni anche illecite su uomini politici e funzionari pubblici, riesce a ottenere provvedimenti legislativi o amministrativi in proprio favore». Quello della Treccani aggiunge qualche dettaglio, fra cui la provenienza geografica del termine con queste accezione, «usato negli Stati Uniti d’America, e poi diffuso anche altrove, per definire quei gruppi di persone che, senza appartenere a un corpo legislativo e senza incarichi di governo, si propongono di esercitare la loro influenza su chi ha facoltà di decisioni politiche, per ottenere l’emanazione di provvedimenti normativi, in proprio favore o dei loro clienti, riguardo a determinati problemi o interessi».

Ecco, se dovessimo guardare il significato stretto di lobby, in realtà il titolo dell’inchiesta di Fanpage è un po’ impreciso, perché a onor del vero, fra le persone coinvolte nei fatti riportati, ci sono anche politici con incarichi prestigiosi.

L’origine etimologica

Questo termine inglese ha un’origine piuttosto curiosa. A un primo sguardo sembra un termine inglese e nella sua forma attuale di fatto lo è: tecnicamente si tratta di un prestito moderno dalle lingue germaniche. Ma attenzione, inizialmente viene impiegato non per descrivere un gruppo di persone che esercita influenze sui politici, ma alcuni luoghi: Shakespeare nel suo Enrico VI lo usa con il significato di corridoio; nell’Ottocento invece inizia a indicare una parte del parlamento come spiega Wikipedia: «venne attribuito a quella zona del Parlamento in cui i rappresentanti dei gruppi di pressione cercano di contattare i membri del Parlamento stesso: le lobby, ovvero le anticamere di fronte alle aule in cui le decisioni collettive venivano prese». Più tardi ancora, lobby viene anche utilizzato per indicare la zona della banca dove si svolgevano le operazioni con il pubblico.

Ma lobby in realtà discende da un termine latino, come riporta il dizionario etimologico Le Monnier: laubia, parola del latino medievale che significava portico o loggia. Ancora più curioso, quindi, che loggia venga usata nell’espressione loggia massonica, il cui significato è molto vicino a quello di lobby.

Un’alternativa italiana

Sull’opportunità di usare o meno i forestierismi, i termini non italiani, ci siamo tornati più volte. Rimettiamo qui uno degli incontri di 6per6 dedicato al tema in cui potresti trovare qualche spunto di riflessione interessante.

Ci pare significativo che digitando lobby su Wikipedia esca fuori in realtà una traduzione che, per quanto più dispendiosa in termini di materiale linguistico, in realtà è piuttosto efficace: gruppo di pressione.

E il lobbista?

Beh, il lobbista è colui che fa parte della lobby. Da un punto di vista linguistico anche qui c’è una curiosità: abbiamo messo in atto un processo di derivazione tipico dell’italiano su un termine straniero. Il suffisso, la desinenza, -ista è infatti usato spesso per creare nomi di professioni (qui da intendere in senso lato): ciò che è stato sacrificato è il grafema, la lettera, y e questa scomparsa per alcuni potrebbe nascondere, opacizzare, l’origine straniera di questa parola.

(Foto: unsplash.com).