Sono giorni senza tifosi negli stadi e noi abbiamo cercato le origini di uno dei soprannomi sportivi più noti d’Italia
Il mondo dello sport è pieno zeppo di soprannomi, molti dei quali nati grazie alla fantasia di commentatori brillanti. Gianni Brera, ad esempio, che ne ha coniati di immortali come Rombo di Tuono per Gigi Riva. Fra gli altri nomignoli diventati iconici ci sono poi Golden Boy – che niente ha a che vedere con il noto brand di collant per signore – per Gianni Rivera, Codino per Baggio, il Cigno di Utrecht per Van Basten o il più recente Principino per Marchisio. Sono tutte creazioni che si sono in qualche modo scolpite nelle nostre menti.
Ma in questi giorni in cui il coronavirus ha privato lo sport della presenza fisica di uno dei suoi veri motori, i tifosi, è interessante riflettere su un soprannome che davvero tutti conoscono, cioè quello con cui si indicano i tifosi della Juventus: gobbi. Quanti sanno il motivo della sua creazione?
Primo fatto: esistono diverse teorie a riguardo. Le quattro principali sono state riassunte da Enzo Caffarelli nel suo sfizioso e interessante Che cos’è un soprannome edito da Carocci.
La divisa
Non è raro che una squadra di calcio venga soprannominata con un dettaglio della divisa che indossa. Giallorossi, granata, nerazzurri sono solo alcuni esempi di questo meccanismo. In altri casi, il nomignolo di una squadra o dei relativi tifosi deriva dallo stemma: è il caso, ad esempio, dei diavoli del Milan o dei lupi della Roma.
I tifosi della Juventus in questo fanno un po’ eccezione. Gobbi, infatti, pur avendo a che fare – secondo una delle teorie – con la divisa, non c’entra evidentemente nulla con il colore o con lo stemma del club. Già, pare invece che una divisa indossata dal 1956 assomigliasse a una larga camicia con un profondo scollo a V. L’aria si infilava sotto la maglia mentre i giocatori correvano, formando una sorta di gobba sulla schiena. A notare questo dettaglio buffo furono gli antagonisti granata che iniziarono a includere la parola gobbi nei loro cori.
La fortuna
Non sono pochi i non-juventini a considerare i bianconeri (altro soprannome) estremamente fortunati. E secondo una credenza popolare, toccare una gobba porterebbe molta buona sorte. Il cerchio si chiude con l’altro noto soprannome della Juve, Vecchia Signora: nell’immaginario comune una donna molto anziana tende a essere piuttosto gobbetta.
La spiegazione “anatomica“
Caffarelli cita infine due altre ipotesi di segno opposto. La prima sostiene «che la gobba appartenga ai bianconeri perché “costretti” a guardare sempre le altre squadre dall’alto in basso». La seconda, ideata dai torinisti, «che sia venuta loro per il continuo inchinarsi di fronte alla superiorità del Grande Torino» nel periodo aureo fra il ’42 e il ‘49.
Quale sia la spiegazione più adatta, lo lasciamo decidere a voi, ma linguisticamente è curioso che questo nomignolo che potrebbe infastidire chiunque, viene invece accettato con orgoglio e autoironia dal popolo juventino.
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